Il Metodo Adamski: alimenti all’esame della digestione

Un autobus è in media lungo 12 metri. Al suo interno, si incontrano persone di ogni tipo. Con alcune si può intrecciare una breve e piacevole discussione, altre sono inequivocabilmente antipatiche e il rischio è quello di litigarci. A pensarci bene, anche il nostro tragitto digestivo – che si estende sulla stessa lunghezza – funziona più o meno così. Se ingeriamo alimenti “compatibili”, tutto fila liscio ma se mettiamo insieme cibi che non legano, lì cominciano i problemi.

Il metodo studiato dall’osteopata e naturopata Frank Laporte-Adamski si basa proprio sul presupposto che la maggior parte dei disturbi quotidiani – dallo stress al mal di schiena, fino alla cellulite e all’obesità – derivino proprio da una cattiva digestione, dovuta al mix letale di cibi acidi (ad esempio, yogurt, miele e frutta) e cibi non acidi (come carboidrati, proteine e frutta secca).
Associare le due cose, unita a una scarsa pratica di attività fisica (che serve a velocizzare il transito degli alimenti), può provocare un’ostruzione paragonabile a un incidente che blocca il traffico dell’ora di punta. Ecco 5 fondamenti da tenere presenti per evitare la cattiva digestione, curarsi e ridurre il peso, senza rinunciare a niente in assoluto. Ma facendo, semplicemente, un po’ di attenzione.

1. Pane e marmellata? No.

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Buonissima, vero, quella marmellata di pesche spalmata sopra questa bella fetta di pane casereccio? Peccato che, messi insieme, questi due alimenti – acida la marmellata, non acido il pane – siano digeribili come un sasso di fiume rivestito di piombo. Farli accettare al nostro organismo richiede almeno 18 ore, contro una norma che parla di 4 o 5 ore.

2. Pasta al pomodoro? No.

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È vero: questo è un durissimo colpo alla tradizione mediterranea ma è innegabile che il pomodoro sia uno degli alimenti acidi per eccellenza, mentre la pasta – un carboidrato – gioca nell’altra squadra. Quindi? Un po’ di fantasia, forza. Esistono una miriade di modi per condire gli spaghetti e i rigatoni. Senza arrivare alla creatività degli americani, il pesto e la carbonara hanno comunque il sapore dell’Italia.

3. Olio d’oliva? Sì.

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Dopo tutte queste delusioni, ecco un alimento che si conferma tra i principali alleati di una buona digestione. L’olio d’oliva – contrariamente a quello di palma, che è come un tappo sigillato alle pareti – funge da lubrificante naturale. Ovviamente, da consumarsi crudo.

4. Cappuccino? No.

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Indovina un po’: mentre tu ti stai gustando l’ottimo cappuccino del bar di fiducia, assaporando con la punta della lingua la schiuma che è rimasta sulle labbra, nel tuo apparato digerente è in corso una lotta senza esclusione di colpi tra il latte e la caffeina, dotata del superpotere di distruggere l’enzima che ne permette la digestione. Impara a scegliere: o latte o caffè.

5. Yogurt e miele? Sì.

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Avendo appena bocciato una colazione cult, ecco una valida alternativa: abbinati a un estratto di frutta, a tè o a caffè, yogurt e miele sono alimenti acidi, ottimi amici tra di loro e, allo stesso tempo, della digestione.

A questo punto, andare avanti da soli non è difficile. Scoprire gli abbinamenti promossi e quelli bocciati può addirittura essere un gioco…

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