Cyber training: vantaggi e svantaggi dell’allenamento su maxischermo

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Scaldamuscoli fluo, leggins prima dei leggins, fascia elastica in testa e body catarifrangente: le lezioni di aerobica di Jane Fonda hanno segnato un’epoca di disperato allenamento casalingo, in cui bastava inserire la cassetta nel videoregistratore e spingere play per trovarsi improvvisamente davanti la personal trainer più famosa della storia. Certo, nonostante il vanto di poter ricevere in casa un personaggio tanto celebre, rimaneva il fatto di non poter condividere l’esperienza con nessuno, se non con pochi amici, spesso fuori forma.

Allenatori virtuali…

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La nuova tendenza, che rischia di mandare a casa tanti allenatori in sovrappeso che sbarcano il lunario spegnendo la sigaretta e ripetendo con una verve da petunia appassita gli stessi movimenti lezione dopo lezione, deriva proprio dall’esperienza anni ’80 della video-aerobica, che si sposta, in un formato cinematografico, dal salotto di casa alla stanza di una palestra.

I vantaggi del Cyber Training

  • Fianco a fianco con altri compagni di allenamento, il vantaggio è quello di condividere, migliorandosi e caricandosi grazie alla carica del gruppo di lavoro, una lezione virtuale dove l’infaticabile allenatore dirige le danze dal maxischermo.
  • Il Cyber Training, considerato il futuro dell’aerobica, consente inoltre una maggiore elasticità in termini di orari e un’enorme varietà nelle tipologie di allenamento.
  • A scandire i tempi, mostrare i movimenti e guidare le ripetizioni potrebbe essere non un novello personal trainer col diploma ancora fresco di stampa ma uno dei più richiesti personaggi del settore, con un curriculum che include la responsabilità del fisico statuario di celebrità dello spettacolo e dello sport.

Sono stato bravo?

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Certo, l’accantonamento del fattore umano si porta dietro anche l’abbandono della possibilità di interagire con il guru della situazione, che non può fornire consigli sulla corretta esecuzione degli esercizi o valutare l’andamento della classe…

È il “1984” del fitness? Chi vivrà, vedrà.
Nel frattempo, vale la pena provarlo e decidere se l’uomo ha ancora il diritto di reclamare il primato sulla macchina.

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